6a sessione della Revisione Periodica Universale – Repubblica Domenicana

La delegazione della Repubblica Dominicana si è presentata all’UPR il giorno 1 dicembre 2009. Dal Rapporto Nazionale presentato dalla delegazione sono emersi i progressi fatti dal governo dominicano nell’ambito dei diritti umani, anche le principali sfide per il futuro.

La Repubblica Dominicana ha ratificato negli ultimi anni numerose Convenzioni Internazionali che tutelano i diritti umani, e la nuova Costituzione del 2009 offre una protezione dei diritti umani molto piú alta che in precedenza, garantendo, tra le altre cose, l’uguaglianza davanti alla legge e di genere, l’importanza dell’educazione e il principio di giustizia equa e di protezione delle minoranze. Per combattere la discriminazione di genere le nuove leggi prevedono che un quarto dei posti in politica siano riservati a persone di sesso femminile e dal 1997 è inoltre stato avviato un processo di riforma del sistema giudiziario, per assicurarne l’imparzialità e l’indipendenza rispetto alla politica.

Numerosi sforzi sono stati fatti per combattere il lavoro minorile, in collaborazione con ILO (International Labour Organization): la nuova normativa statale del 2004 proibisce infatti il lavoro dei bambini al di sotto dei 14 anni, pone dei limiti all’assunzione dei minori di 16 anni e tutela i minori di 18 anni impiegati nei lavori pesanti.

Le principali problematiche ancora non risolte sono la persistente povertà e l’immigrazione. Gli incentivi monetari (somme di denaro consegnate ai genitori per ogni figlio che va a scuola) e le diverse iniziative attuate per combattere la povertà non hanno ancora portato al suo sradicamento . Nello Stato, infatti, il 54,4% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà.

Il flusso di immigrati illegali, che arrivano nel paese in cerca di lavoro soprattutto da Haiti, non è ancora sotto controllo e i lavoratori migranti e le loro famiglie sono ancora vittime di discriminazione sotto molti aspetti.

Durante la revisione della Repubblica Dominicana hanno preso la parola diversi Stati: Algeria, Turchia, Belgio, Canada, Egitto, Brasile, Regno Unito, Cuba, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Messico, Svizzera, Venezuela, Azerbajian, Stati Uniti d’America, Uruguay, Slovenia, Nicaragua, Italia, Norvegia, Germania, Santa Sede, Bosnia Herzegovina, Bolivia, Perú, Jamaica, Emirati Arabi Uniti, Maldive, Cile, Colombia, Ecuador, Lettonia, Guatemala, Nigeria, Haiti, Ghana, Marocco.

Le principali questioni sollevate come fonti di preoccupazione sono state:

  • La questione degli immigrati, il correlato razzismo e la xenofobia, diffusi tra i cittadini dominicani e, in modo ancor piú preoccupante, anche tra le forze dell’ordine pubblico e il personale penitenzierio.
  • La violenza domestica contro le donne e i bambini.
  • Il traffico di esseri umani, in particolare di donne e bambini.
  • La povertà
  • La scarsa tutela per i bambini: discriminazione nell’accesso all’educazione, lavoro minorile, traffico, sfruttamento economico e sessuale.

Gli Stati hanno dunque raccomandato al Governo dominicano di attuare misure adeguate al fine di:

  • Migliorare le condizioni degli immigrati in ogni ambito della loro vita sociale, attraverso un intensivo programma di educazione ai diritti umani destinato alle forze di polizia urbana e penitenziaria; norme di tutela nel lavoro; legalizzazione dei permessi di soggiorno; istruzione e cittadinanza per i bambini figli di immigrati; forum sociali e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
  • Aumentare i fondi per programmi contro la violenza domestica e contro la discriminizione di genere.
  • Aumentare i fondi per l’educazione ai diritti umani e l’istruzione dei bambini, e adottare misure contro il traffico e lo sfruttamento dei bambini.
  • Assicurare la libertà di espressione ai giornalisti ed ai difensori dei diritti umani che lavorano nello Stato.
  • Aumentare fondi e programmi contro la povertà.
  • Ratificare quanto prima: la Convenzione Internazionale sulla la Protezione dei diritti di tutti i Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie; la Convenzione Contro la Tortura e altre pene o Trattamenti Crudeli, Inumani o Degradanti; il Protocollo Opzionale della Convenzione sui Diritti del Bambino sulla Vendita di bambini, la Prostituzione dei bambini e la Pornografia rappresentante bambini; la Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità.

Cos’è l’UPR?

La Revisione Periodica Universale (UPR) è uno strumento in atto dal 2006, attraverso il quale si procede alla revisione dello stato della tutela dei diritti umani in tutti i 192 Stati Membri delle Nazioni Unite.

Le delegazioni degli Stati, ogni 4 anni, hanno l’opportunità di presentarsi di fronte ai rappresentanti degli altri Stati Membri, con la supervisione del Consiglio dei Diritti Umani , per dichiarare quali provvedimenti sono stati avviati per migliorare la tutela dei diritti umani nei loro Paesi, in adempimento degli obblighi a cui si sono vincolati .

L’UPR è un elemento chiave del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, perchè ricorda ai Governi che sono loro i responsabili della piena realizzazione del rispetto dei diritti umani e delle liberà fondamentali nel territorio nazionale.

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