6a sessione della Revisione Periodica Universale – Portogallo

Mr. Pedro Lourtie, Segretario di Stato per gli Affari Europei portoghese, ha presentato il National Report del Portogallo il giorno 4 dicembre 2009. L’immagine del Portigallo descritta da tale rapporto è stata incoraggiante: negli ultimi 30 anni, cioè da quando nel 1974 è stata reinstaurata la democrazia, sembra che il Paese abbia subito un cambiamento radicale, anche nella struttura della normativa nazionale a tutela dei diritti umani.

Alcuni esempi: la violenza domestica ai danni di donne e bambini è oggi considerato un crimine ai sensi del Codice Penale; tutte le forze dell’ordine seguono corsi di formazione sui diritti umani e sui meccanismi internazionali a tutela dei diritti dell’uom, all’inizio e periodicamente nel corso della carriera. Ancora, tutta la
 procedura penale è stata revisionata sulla base del rispetto delle Convenzioni Internazionali che tutelano i diritti umani, e numerosi sono i programmi volti a continuare tale percorso, come il programma di revisione del sistema penitenziario (i bambini fino ai 5 anni possono ora stare con le proprie madri detenute, avendo assicurati i diritti fondamentali, come l’educazione), e il nuovo programma 2009 di riforma del sistema educativo.

Riguardo all’istruzione, appunto, il tasso di abbandono degli studi, secondo il rapporto nazionale portoghese, è in costante decrescita e il problema dei bambini di strada si sta affrontando grazie alla collaborazione delle ONG, che portano avanti programmi finanziati da fondi pubblici.

Durante la revisione del Portogallo sono intervenuti per commentare, fare domande e suggerire raccomandazioni i seguenti Stati: Bielorussia, Cina, Brasile, Finlandia, Canada, Filippine, Cuba, Azerbajian, Egitto, Malaysia, Paesi Bassi, Algeria, India, Turchia, Iran, Messico, Slovenia, Italia, Belgio, Pakistan, Repubblica Ceca, Cile, Libia, Francia, Spagna, Federazione Russa, Austria, Bosnia Herzegovina, Regno Unito, Svezia, Angola, Australia, Stati Uniti d’America, Corea, Norvegia, Argentina, Mauritius, Bulgaria, Nigeria, Ghana, Sudafrica, Marocco, Bangladesh.
I diversi interventi hanno affrontato principalmente alcune tematiche:

• Preoccupazione per il traffico nazionale e internazionale di esseri umani.

• Violenza domestica contro le donne ed i bambini, vittime di punizioni corporali.

• Discriminazione e razzismo nei confornti degli immigrati, in particolare ai danni delle minoranze etniche, i Rom soprattutto.

• Mancanza di una normativa completa ed esaustiva in applicazione di tutte le tutele previste dalla Convenzione sui Diritti del Bambino.

• Preoccupazione per le condizioni strutturali delle prigioni e per le condizioni dei detenuti, sottoposti ai maltrattamenti ed alle discriminazioni ad opera del personale penitenziario, che oltretutto gode di impunità per tali delitti.

Gli Stai Membri delle Nazioni Unite dunque raccomandano che il governo del Portogallo:

  • Adotti misure adeguate per contrastare il traffico di esseri umani.
  • Adotti misure per eliminare la violenza domestica, crei canali adeguati per facilitare la denuncia di tali atti criminosi e la protezione delle vittime, organizzi campagne per sensibilizzare la popolazione.
  • Ponga fine alla discriminazione degli immigrati e dei Rom, con appropriate misure legislative per l’equo accesso al lavoro ed alla casa e positive action nella forma di campagne di dialogo interculturale volte all’integrazione tra diverse etnie, culture e religioni.
  • Produca le normative necessarie per applicare appieno le disposizioni previste nella Convenzione sui Diritti del Bambino, in particolare per il diritto all’educazione e contro le punizioni corporali.
  • Porti avanti con maggior decisione la politica di revisione del sistema penitenziario per assicurare ai detenuti un trattamento dignitoso, eliminare la detenzione preventiva ed arbitraria, eliminare l’impunità ed assicurare alla giustizia i colpevoli di maltrattamenti nei confronti dei detenuti.
  • Si chiede infine che il Portogallo ratifichi: la Convenzione Internazionale sulla la Protezione dei diritti di tutti i Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie, e il Protocollo Opzionale alla Convenzione contro la Tortura ed altre Pene o Trattamenti Crudeli, Inumani o Degradanti.

Cos’è l’UPR?

La Revisione Periodica Universale (UPR) è uno strumento in atto dal 2006, attraverso il quale si procede alla revisione dello stato della tutela dei diritti umani in tutti i 192 Stati Membri delle Nazioni Unite.

Le delegazioni degli Stati, ogni 4 anni, hanno l’opportunità di presentarsi di fronte ai rappresentanti degli altri Stati Membri, con la supervisione del Consiglio dei Diritti Umani , per dichiarare quali provvedimenti sono stati avviati per migliorare la tutela dei diritti umani nei loro Paesi, in adempimento degli obblighi a cui si sono vincolati .
L’UPR è un elemento chiave del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, perchè ricorda ai Governi che sono loro i responsabili della piena realizzazione del rispetto dei diritti umani e delle liberà fondamentali nel territorio nazionale.

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