Bambini e giovani in difesa dei diritti umani

“Sono stata vittima di diverse alluvioni, generate dai tifoni. Una volta il fiume Pasig è straripato e ha inondato tutta la zona, raggiungendo il secondo piano a casa mia. È da quel momento nel 2009 che mi occupo di difesa dell’ambiente, ho visto la necessità e sentito il forte desiderio di fare qualcosa di concreto.”

A raccontare la sua esperienza è Zarah De Guzman, dal VIDES Filippine. Adesso ha 23 anni, ma la sua testimonianza ci riporta a quando ne aveva 14. Proprio per questo lo scorso 28 settembre è stata invitata a partecipare alla giornata di discussione generale organizzata dal Comitato dei Diritti dei Bambini sul tema di “proteggere e responsabilizzare i bambini come difensori dei diritti umani”. Qui di seguito il link all’evento: https://www.ohchr.org/EN/HRBodies/CRC/Pages/Discussion2018.aspx

Da Manila a Ginevra, portando con sé non solo la difficoltà di vivere in un ambiente delicato e spesso vittima della furia dei tifoni, ma anche e soprattutto la determinazione ad agire.

Zarah ha frequentato la scuola dell’Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice a Manila, ed è stato proprio lì che ha iniziato ad interessarsi alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente. Per un bambino, attenzione al bene comune si traduce ad esempio nella raccolta differenziata, nelle piccole attività di riciclaggio o nei concerti per sensibilizzare alla protezione della Terra. Crescendo poi si è resa conto di poter fare di più, di voler aggiungere il proprio impegno a quello di chi già lavorava sul campo, allora ha deciso di diventare volontaria VIDES Junior.

Adesso è impegnata nel Livelihood and Development Center for Women and their Families in Cavite. Si tratta di progetto di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente in una zona povera e spesso inquinata dagli stessi abitanti che ci vivono. IIMA (Istituto Internazionale Maria Ausiliatrice) e VIDES assieme ai volontari offrono programmi teorici e conoscenze pratiche alle comunità. In questo modo si lavora per garantire sostenibilità ambientale ed economica.

Nel marzo del 2014 poi un gruppo di volontari VIDES assieme ad alcuni abitanti di Barangay Silonay a Calapan, si è dato da fare per piantare circa 1000 mangrovie nella regione del Mindoro Orientale. La caratteristica principale di questo vegetale è quella di avere radici molto sviluppate in profondità. Le mangrovie diventano così alleate dell’uomo perché limitano la degradazione del suolo, creano un habitat favorevole a molte specie acquatiche e soprattutto mitigano l’impatto violento dei tifoni. Creare “politiche sostenibili” vuol dire proprio questo: trovare strade in grado di rafforzare i diritti umani (in questo caso migliorando standard di vita, offrendo risorse di cibo e accesso ad abitazioni più sicure) all’interno di un contesto ambientale ricco. Agli abitanti della regione è stato anche dato l’incarico di prendersi cura delle piante. Qui di seguito il link al progetto di VIDES Philippines: http://www.videspinoy.org/2017/05/mangrove-beach-forest-development.html

Zarah ha 23 anni ma ha già speso molto nella difesa dell’ambiente. Questo è stato possibile grazie all’ambiente educativo integrato di IIMA che avendo un approccio basato sulla tutela dei diritti umani l’ha incoraggiata e sostenuta. Si tratta di mettere in pratica l’articolo 12 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, che riconosce al bambino il diritto di avere un’opinione su questioni che lo riguardano, di poterla esprimerla liberamente e di essere ascoltato. Zarah l’ha vissuto in prima persona, sapendo trasformare consapevolezza in azione concreta e coinvolgendo anche i suoi compagni.

Come già ricordato, la giornata di discussione generale era dedicata al tema della protezione e della responsabilizzazione dei bambini come difensori dei diritti umani. L’obiettivo delle giornate di discussione generale è quello di promuovere una più profonda comprensione dei contenuti e delle implicazioni della Convenzione rispetto ad articoli e argomenti specifici. Sono invitati a partecipare a queste giornate diversi attori: rappresentanti di governo, organizzazioni non-governative, meccanismi dell’ONU sui diritti umani, organismi dell’ONU e agenzie specializzate, istituzioni nazionali dei diritti umani, il settore delle imprese così come esperti e bambini.

Durante il dibattito si è provato a dare un’altra luce all’accezione di “difensore dei diritti umani”. Chi si occupa dei diritti umani non è un eroe, tutt’altro. Chiunque abbia la passione, l’attenzione nel riconoscere l’altro e l’ambiente come degni di dignità è un difensore dei diritti umani. Quindi anche un bambino, perché no?

Dopo i saluti iniziali, la giornata si è arricchita di numerosi dialoghi tra ragazzi ed esperti. I tre gruppi di lavoro sono stati: lo spazio online, gli attori statali e quelli non statali. La tecnologia sicuramente è un mezzo che aiuta ad avvicinare chi vive lontano ma condivide le stesse idee, può diventare però anche un’arma a doppio taglio ed è necessario che gli Stati si impegnino per garantire protezione nella navigazione online. Per quanto riguarda questi ultimi, è stato evidenziato che sono pochi quei paesi in cui esistono effettivamente leggi a tutela dei bambini difensori di diritti umani, spesso a rischio. Per rafforzare il coinvolgimento dei bambini nella difesa dei diritti umani gli stati dovrebbero portare avanti un’azione congiunta di educazione, inclusione di bambini con disabilità così come di bambini provenienti da minoranze e comunità indigene. Quello che possono fare invece gli attori non statali per dare piena realizzazione all’articolo 12 è moltissimo: un sano ambiente di comunità e il dialogo costruttivo con le imprese sono alcuni degli elementi da considerare.

Zarah ha poi preso la parola per raccontare la sua esperienza di difesa dei diritti umani accompagnata da Michael Windführ, esperto nell’ambito dei diritti economici, sociali e culturali. È emersa la consapevolezza che il cambiamento climatico sta rendendo imprescindibile considerare l’ambiente in stretta connessione con i diritti umani, solo così si può pensare a costruire politiche valide e fruttuose nel tempo.

A conclusione della giornata diversi specialisti sono intervenuti, non solo per ringraziare per le testimonianze, ma per rinnovare il loro impegno futuro. Tra loro, Michel Forst, Relatore speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani ha voluto ribadire che i bambini riceveranno un’attenzione particolare nel suo lavoro i prossimi mesi. Inoltre, ha espresso la necessità di considerare due elementi combinati: il primo è che un cambiamento non può esistere se si va avanti da soli e quindi si devono cercare nuovi partner tra le istituzioni, l’università e il business. Il secondo elemento invece riguarda la prevenzione, perché occorre impegnarsi a coltivare un terreno fertile per il rispetto dei diritti umani: prevenire è più importante che proteggere!