Cara Umanità, ritrova la tua infanzia perduta!

Oggi torniamo tutti un po’ bambini. È il 20 novembre e il mondo celebra la Giornata internazionale del Fanciullo. La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1989, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Dignità. Ecco la parola magica.

La Diginità nasce con l’uomo, la si legge negli occhi, non si tramanda col DNA. La Dignità si cura, con premura e dedizione. La Dignità si afferma, non si conquista come un bottino di guerra. È responsabilità e insieme Dono. Non è un privilegio. È cuore della vita che nasce. E nasce con la vita. 

La Dignità è quella che dona libertà, non quel sassolino che con tanto dolore e anni di ferite e sofferenza, l’ostrica trasforma in una perla. Bimbo mio, quella perla ti appartiene già. Dovrebbe appartenerti già. Perdonami se sono costretta a usare il condizionale. Assolvi questo Mondo, che sfigura il tuo sorriso.

Un preambolo che purtroppo oggi è necessario. Anche se non dovrebbe essere così.

Cinquantaquattro articoli e due protocolli opzionali sono lì a ricordarci chi è un bambino e quali siano i suoi diritti.


La Carta dei Diritti del Bambino scritta nel 1923, la Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo del 1924, la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, approvata il 20 novembre 1959 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e revisionata nel 1989. C’è il Diritto come dispositivo di garanzia: strumenti legislativi che organizzano la tutela dei diritti dei minori. L’interesse del soggetto minorenne s’identifica con l’attuazione più completa possibile del suo diritto all’educazione, attraverso la creazione di condizioni che possano favorire il più ampio e completo sviluppo della sua personalità, potenziandone progressivamente l’autonomia e la responsabilità. Almeno in teoria.
Perché se camminiamo dentro la Storia, ci accorgiamo di quanto sia dura essere bambini, se nessuno sceglie di proteggerli nella pratica.

Troppe domande risuonano nell’aria: che ne è stato della cura del bambino senza famiglia? Che ne è stato della protezione da abuso e negligenza? Che ne è stato della preservazione dell’identità del bambino o dei diritti dei bambini disabili? Che ne è stato del diritto del bambino “di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale e spirituale, morale o sociale”?

Non c’è da sorprendersi, in fondo, al pensiero. Qualcuno, tra gli Stati di un mondo globalizzato, che si vanta, civilizzato e riverente, potrebbe lasciare un promemoria agli Stati Uniti (e perché no, alla Somalia) ricordando che ci sarebbe una Convenzione da ratificare (e da rispettare, se possibile!)? Magari l’hanno dimenticato…

Non dovrebbero essere contemplate eccezioni, se parliamo di esseri umani. Non dovrebbero sussistere esclusioni, se parliamo di bambini.

Le violazioni dei diritti dei bambini, purtroppo, non hanno frontiere. Vengono perpetrate ovunque, nessuno Stato è esente. E non c’è benessere, non c’è civiltà, non c’è cultura che faccia da barriera, che impedisca lo scempio.

Se lo raccontiamo in forma impersonale, non fa lo stesso effetto. Allora…

Bambino mio, muori ogni giorno.
Ucciso dalla fame, dagli stenti, dalla miseria, dalle malattie più banali.
Bambino mio, subisci violenze di ogni forma. E te le porterai dentro per tutta la vita.
Non vai a scuola. Forse vorresti. Sei costretto a imparare da quello che vivi, anche quando è il dolore a fare da maestro.
Bambino mio, sei un soldato e la guerra stupra i tuoi occhi e il tuo cuore.
Bambino mio, uomini e donne cattivi ti costringono a lavorare, violentano la più intima parte dei tuoi sogni, ti vendono come cianfrusaglia senza valore. E ti umiliano.

Un’Infanzia negata, per riverenza al dio denaro, perché mai si rinneghi la priorità economica sui diritti di un bambino; perché sono trascurabili danni collaterali nelle tribune dei distinti. In un’eco di paura. Che non è la nostra. Che non è la vostra. Versiamo lacrime per un dolore che non ci appartiene. O almeno di questo vogliamo illuderci, mentre tutto il dramma arriva in ritardo sulla storia. Ricordate? “Non potete servire a Dio e a Mammona”. (Mt, 6,24). A un certo punto tutto diventerà una spirale di sofferenza. Lo è già. Ci siamo già dentro. Impotenti dentro il giogo di chi dimentica di essere vivo, di coloro che, quasi scagionati dalle regole commercio, o giustificati da una morale senza più definizioni, continuano a rubare sogni, a spezzare voci, a strappare bambole fatte di stracci.

Il vero problema è che troppi uomini hanno dimenticato di essere stati bambini, una volta. Forse è arrivato il momento di applicare quell’articolo 12. L’opinione del bambino. Forse non dovremmo dimenticare che i bambini vorrebbero solo essere ascoltati. Li abbiamo mai interpellati? Abbiamo mai chiesto loro cosa ne pensano?
Cara umanità, ogni bambino ha diritto al gioco.
È sancito dall’articolo 31 di quella Dichiarazione che ti eri impegnata a rispettare. Ecco, un sorriso amaro, che ironia! Il bambino ha diritto a giocare, a correre con gli altri bambini, a sentirsi sollevato dal peso del mondo, a divertirsi spensierato…qualcosa che è tanto naturale quanto innaturale è il bisogno di sottoscriverlo nero su bianco, affinché sia rispettato.
Cara Umanità, ogni bambino ha diritto alla sua infanzia.
Non chiedergli di crescere così in fretta. Non obbligarlo a diventare adulto senza prima essere stato bambino. Non costringerlo a difendersi da te, a imparare a sopravvivere, a doversela cavare da solo!
Siamo il risultato dell’affetto vissuto, delle esperienze fatte, delle voci ascoltate, dell’educazione ricevuta. Il 2014 è alle porte e ancora l’uomo mina la dignità e l’autostima dei bambini.
Che adulti saranno, domani? Cosa ricorderanno di quell’infanzia mai avuta? Cosa racconteranno di quella vita offesa o del dolore dell’abbandono?
La Bellezza di un bambino non ha canoni, non ha regole, non si ripete. È unica. Ecco che quel brutto condizionale torna.
Ai bambini si raccontano le Storie. Quelle che li aiutano a crescere, quelle fatte di eroi e lieto fine.
Cosa racconti a un bambino di strada? A uno che ha dovuto imparare l’arte dell’arrangiarsi, a uno che la violenza l’ha subita e non la dimentica, come un marchio a fuoco sulla pelle?
Come spiegargli “sai piccolo mio, tutti gli uomini nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. Cosa rispondergli quando, schiavo della fame e della miseria, o peggio ancora della meschinità dell’uomo, chiederà “così sono libero anch’io?”
E tu dovrai guardarlo dritto negli occhi e dirgli “no, nel tuo caso non vale. E devi accettarlo, ma senza frignare.”

Oggetto di dibattito nelle università, destinatari di compassione, bandiera della lotta, mentre i parlamenti ne discutono, le ideologie li giustificano, le religioni li consolano.
Complice il silenzio della brava gente.
Mondo, svegliati! È la giornata internazionale dei bambini, che non sono solo comparse. Vogliono essere protagonisti, registi, attori, ideatori, sceneggiatori, tecnici luci, compositori della colonna sonora, costumisti del grande spettacolo che è la Vita.
Immaginiamo scene di vita quotidiana, che si ripetono in ogni angolo di mondo, ma secondo regole diverse. C’è chi è privilegiato e chi è vittima.
Dovrebbe solo esserci chi è bambino.
IIMA nasce per promuovere il diritto all’educazione di bambini e giovani e incoraggiare l’educazione ai diritti umani. Da anni, insieme a Vides, crede fortemente nell’Educazione come motore che fa muovere Vita.

Oggi è un giorno di festa, ma è anche il giorno della sofferenza e della lotta.

Allora, cara Umanità, oggi vogliamo farti l’augurio più bello per un Futuro di vera libertà:
Gli assicurerai la protezione e le cure necessarie al proprio benessere. (Articolo 3)
Riconoscerai loro un diritto inerente alla vita. (Articolo 6)
Vigilerai, perché non siano separati dai propri genitori contro la loro volontà. (Articolo 9)
Affermerai il loro diritto a un livello di vita sufficiente per consentirne lo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. (Articolo 27)
Difenderai il loro diritto all’istruzione e a ricevere un’educazione. (Articolo 28)
Li proteggerai contro lo sfruttamento economico (Articolo 32)
Non li ridurrai mai a soldati e offrirai loro cure e protezione quando coinvolti in un conflitto armato (Articolo 38).
Tutti i tuoi Bambini avranno il diritto di crescere.