Consiglio dei Diritti Umani: 26° Sessione – Prima Settimana: 10 – 13 Giugno, 2014

La 26° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani ha avuto inizio il 10 giugno 2014 presso Palais des Nations a Ginevra. L’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, ha dato inizio al Consiglio con il suo statement di apertura che ha descritto i risultati ottenuti dall’Ufficio a partire dal precedente Consiglio dei Diritti Umani (3-28 marzo 2014), ed è stato seguito da un General Debate con gli Stati Membri.
Nel suo discorso di apertura, Navi Pillay ha descritto la Revisione Periodica Universale come un processo imparziale e inclusivo che è riuscito “ad incoraggiare gli Stati a riconoscere e risolvere le loro lacune nella protezione dei diritti umani” attraverso un dialogo costruttivo con la società civile e con gli organismi internazionali. Ha sottolineato la dignità di tutti gli esseri umani, ribadendo che tutti, senza discriminazioni, sono detentori di diritti umani. D’altra parte, la persistenza di crimini di guerra, di conflitti politici e civili, come in Siria, Israele e Palestina, e in Tailandia, e altre svariate violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, lasciano intendere che la nuova Agenda per lo Sviluppo Post-2015 deve tener conto dei diritti umani e della responsabilità internazionale.

I principali argomenti di discussione, durante la prima settimana del Consiglio, sono stati il diritto alla libertà di espressione e di riunione e associazione pacifica, la violenza contro le donne, la povertà estrema, e l’indipendenza dei giudici e degli avvocati. Gli esperti, gli Stati, la società civile e tutti gli altri soggetti interessati hanno partecipato e hanno espresso le loro opinioni su questi temi, relativi all’Item 3 del Consiglio dei Diritti Umani: Promozione e protezione di tutti i diritti umani: civili, politici, economici, sociali e culturali, compreso il diritto allo sviluppo. Dal momento che l’uguaglianza è la base dei diritti umani, è necessario che tutti gli Stati si impegnino per la protezione contro la discriminazione e per la promozione di tutti i diritti umani. L’impunità, la trasparenza e la responsabilità sono i principali temi che gli Stati devono affrontare. Le questioni che dimostrano una particolare criticità sono l’aumento della sicurezza per i giornalisti e difensori dei diritti umani, la violenza contro le donne, soprattutto alla luce dei recenti casi di terrorismo con sequestro di oltre 200 ragazze in Nigeria, ed il lavoro degli immigrati.