I diritti dei giornalisti

Il 21
Giugno lo Special Rapporteur sulla
libertà di opinione ed espressione, Frank
La Rue, e lo Special Rapporteur sulle
esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns, hanno
presentato al Consiglio dei Diritti Umani i loro rapporti riguardanti la
protezione dei diritti dei giornalisti.

Entrambi hanno richiamato l’attenzione sul fatto che  la violenza contro giornalisti (professionisti
e non) ha raggiunto un livello inaccettabile nel mondo. Tra questi, i giornalisti
locali risultano i più vulnerabili. In base ai report presentati, solo il 10%
degli omicidi commessi contro i giornalisti si concludono con una condanna. Il
Sig. Heyns si è soffermato su un recente episodio verificatosi in Messico  dove  una giornalista non professionista è stata
decapitata a causa del proprio lavoro. In un periodo in cui aumentano l’accesso
alle notizie e alle informazioni e la capacità pubblica di investigare e
punire, è evidente che le persone impegnate in questo tipo di attività sono
estremamente vulnerabili e necessitano protezione. Pertanto, i Rapporteur hanno raccomandato che gli
attacchi ai giornalisti vengano trattati ai più alti livelli di giurisdizione, cioè
tramite un coinvolgimento governativo di elevato profilo in tutti i casi di
violenza, affinché si crei un deterrente per gli aggressori.

Alcune delegazioni hanno accolto negativamente il report
sulla libertà di opinione ed espressione.

Bielorussia e Cina sono stati particolarmente critici. La
Bielorussia ha affermato che il rapporto non è equilibrato. Entrambe hanno
colto l’opportunità per sottolineare che i paesi occidentali sono ben lontani
dalla perfezione rispetto alla libertà di espressione. A titolo d’esempio é
stato citato l’arresto di Julian Assange, fondatore del noto sito web Wikileaks,
ricordando che il suo arresto con l’accusa di stupro è avvenuto quasi
subito dopo la pubblicazione di documenti non pubblici del governo degli Stati
Uniti.

Il Sig.
La Rue ha anche raccomandato di decriminalizzare la diffamazione. Questa
raccomandazione è stata fortemente criticata. Infatti, benché  gli Stati membri abbiano supportato il diritto
alla libertà di espressione e i diritti dei giornalisti, il sentimento
prevalente è che questi diritti non possano essere garantiti a spese del
diritto dell’individuo alla privacy e alla reputazione. Nonostante ciò, gli
esperti delle Nazioni Unite hanno dichiarato che se si deve garantire il
rispetto della libertà di espressione, la protezione dei media da rappresaglie
deve avere la precedenza rispetto ad altre considerazioni.