LA CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA COMPIE 30 ANNI

In occasione del 30esimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata nel 1989 dal maggior numero di paesi (196) e nel modo più rapido rispetto alle altre, è stata organizzata a Palais des Nations (Ginevra) una celebrazione commemorativa della durata di tre giorni (18, 19 e 20 novembre 2019). L’evento, che si è tenuto nella città simbolo della stesura e della negoziazione della Convezione, è stato il culmine di una serie di eventi organizzati nel corso di tutto il 2019. Inoltre, per diffondere informazioni sulla situazione dei diritti dei bambini e per fare onore al ruolo di Ginevra come centro di questi diritti, è stato pubblicato il libro “30 Years of Children’s Rights” (I Diritti dei Bambini hanno 30 anni).

Hanno preso parte all’evento ben 800 persone tra cui numerosi bambini e adolescenti, difensori dei diritti umani. Erika Quilos, sedicenne, membro del VIDES Filippine ha partecipato come oratrice nel gruppo di lavoro sui bambini in conflitto con la legge. Il suo intervento sottolineava l’importanza di misure alternative alla detenzione, di centri di riabilitazione e di porre l’età minima per la responsabilità penale a 15 anni (aspetti che nelle Filippine sono purtroppo ancora da migliorare), ma soprattutto di agire sulle cause che portano i bambini a commettere dei crimini e di educarli ai diritti umani affinché ne possano godere nel rispetto degli altri.

Altri partecipanti erano membri del Comitato per i diritti del fanciullo come il vicepresidente Amal Salman Aldoseri, specialisti di organizzazioni governative e non (16 ONG), membri della società civile, diplomatici, accademici, personalità del campo e professionisti del settore come: Najat Maalla M’jid, Rappresentante Speciale del Segretariato Generale sulla Violenza contro i bambini; Koumbou BolyBarry, Relatore Speciale per il diritto all’educazione e Michel Forst, Relatore Speciale per la situazione dei difensori dei diritti umani.

Attraverso diverse conferenze, incontri, side event e laboratori interattivi e inclusivi sono stati condivisi messaggi, esperienze, strumenti e buone pratiche al fine di dare inizio a un nuovo impegno condiviso dalle Nazioni Unite e dai bambini per il futuro dei diritti umani, mettendo l’accento sull’importanza della partecipazione dei bambini, declinata come espressione delle loro opinioni e ascolto attivo delle stesse.

Le raccomandazioni scaturite da questi dialoghi pongono l’accento sulla necessità di considerare il bambino non come oggetto di protezione, ma come soggetto di diritto, attraverso una partecipazione effettiva dei bambini e degli adolescenti in tutte le questioni che li riguardano. Una partecipazione a livello locale, nazionale e internazionale resa possibile prima di tutto da un’educazione di qualità e dalla diffusione di informazioni in un linguaggio adatto ai bambini, soprattutto in materia di accesso alla giustizia. Allo stesso tempo il ruolo dell’adulto non è sminuito ma rimane centrale nell’accompagnamento del bambino e dell’adolescente.

Altre raccomandazioni emerse dai gruppi di lavoro:

  • “Studi attuali sui diritti dei bambini”;
  • “Protezione del bambino”;
  • “Bambini affetti dal terrorismo: una guida per l’azione”;
  • “World cafè”;
  • “Giustizia per i bambini, Giustizia con i bambini”;
  • “Diritti dei bambini nell’era delle biotecnologie”;
  • “Il passato, il presente e il futuro dei diritti ambientali dei bambini”;
  • “Diritti dei bambini e diritti delle donne: tensioni o sinergie?”;
  • “Migrazione e diritti dei bambini”

richiedono:

  • di investire in ricerca e raccolta dati sulla situazione dei diritti dei bambini e sui meccanismi per farli valere e di renderli disponibili alla società civile anche in un linguaggio loro comprensibile;
  • di capire come le nuove tecnologie influenzano i loro diritti e come proteggerli senza la necessità di crearne di nuovi;
  • di rafforzare la collaborazione tra i governi e le ONG per proteggere i bambini reclutati nei conflitti armati;
  • di trovare alternative alla loro separazione dalle famiglie (perché povere, perché membri di comunità indigene, perché migranti o con bambini o genitori disabili) attraverso programmi a loro supporto e che puntino alla riunificazione di quelle già separate;
  • di migliorare l’accesso alla giustizia soprattutto per i più vulnerabili, di evitare la loro incarcerazione, di promuovere a livello legislativo il loro reinserimento e di migliorare la situazione nelle prigioni di mamme con figli;
  • per i bambini frutto della surrogazione, di avere accesso alla loro origine e di preservare un rapporto con i donatori che hanno permesso la loro nascita;
  • di agire seriamente per contrastare i cambiamenti climatici;
  • di mettere in relazione i diritti dei bambini con i diritti delle donne;
  • di dare ai bambini richiedenti asilo gli stessi diritti dei bambini autoctoni.

 

Le raccomandazioni proposte dai bambini devono costituire una priorità per gli Stati al fine di costruire un futuro di pace, come ha sottolineato Philip Jaffé, membro del Comitato per i Diritti del Fanciullo e principale organizzatore dell’evento. Ciò è possibile soltanto se si uniscono le forze per implementare la Convenzione per i Diritti dell’infanzia, definita “documento vivente e autorevole che sancisce i diritti di ogni bambino, senza eccezioni, a una vita degna e realizzata”, secondo le parole di N. Mandela riportate da Michelle Bachelet, Alto Commissario per i Diritti Umani, nel suo discorso conclusivo.

Sulla stessa linea “PARTECIPATION, POWER, PURPOSE” (“PARTECIPAZIONE, POTERE, OBBIETTIVO”) sono le tre parole chiave identificate da Ann Skelton, membro del Comitato dei Diritti del Fanciullo ed esperta in Diritto del Minore, per questa commemorazione all’insegna dell’ascolto che ha dato slancio a un nuovo impegno per la protezione e la promozione dei diritti dei bambini. Gli adulti devono quindi coinvolgere i bambini e gli adolescenti in tutto ciò che li riguarda, come sottolinea il loro motto: “Niente per noi, senza di noi”.