A rischio il rispetto delle scadenze imposte sul lavoro minorile: parlano gli esperti

 Il 12 giugno, Giornata Mondiale contro il
Lavoro Minorile, molti esperti  hanno rilasciato
delle dichiarazioni con le quali hanno espresso la loro costante preoccupazione
per i bambini costretti a lavorare per  la propria sopravvivenza. Secondo il Direttore
Generale dell’ILO, Juan Somavia, 215 milioni di bambini sono coinvolti nel
lavoro minorile e più della metà di questi nelle peggiori forme di lavoro.
Nonostante l’ILO miri a porre fine al lavoro minorile entro il 2016, solo 30
milioni di bambini sono stati sottratti al lavoro minorile. Il numero di
bambini coinvolti nelle peggiori forme di lavoro supera di oltre 11 volte la
popolazione dell’Ungheria.

L’ILO stima che 5 milioni di bambini siano costretti
ai lavori forzati, un numero simile alla popolazione della Danimarca e della
Finlandia, e si pensa che questo numero sia sottovalutato. Il Relatore Speciale
sulla vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pornografia infantile,
Najat Maalla M’jid, ha riferito  che lo sfruttamento sessuale dei bambini
persiste e a volte raggiunge livelli allarmanti in tutte le  regioni del mondo . Il Relatore Speciale sulle
forme contemporanee di schiavitù, Gulnara Shahinian, ha parlato dello
sfruttamento di bambini nelle miniere, dove spesso iniziano a lavorare all’età
di tre anni. Ha dichiarato inoltre che i bambini che lavorano in questo
settore, la maggior parte dei quali sono maschi , “sono trattati come merci e
subiscono in particolare uno sfruttamento fisico, psicologico, economico e
sessuale”. Ognuno degli esperti ha colto l’occasione per esprimere la propria preoccupazione
rispetto al notevole ritardo  nella
riduzione del fenomeno del lavoro minorile. È stato suggerito che questo
potrebbe essere dovuto alla crisi economica, ma in ogni caso non si può
rimanere indifferenti.