Una sfida attraverso il dialogo per il Diritto alla Pace

La scorsa settimana, 20-24 aprile, IIMA e VIDES hanno partecipato alla terza sessione del Gruppo di Lavoro Intergovernativo sulla Dichiarazione delle Nazioni Unite per il Diritto alla Pace. Trattandosi dell’ultima seduta prima della presentazione del testo dinnanzi al Consiglio dei Diritti Umani, è stato nell’interesse di tutti gli attori presenti tentare di raggiungere il consenso sulla bozza del testo entro il venerdi, sebbene non sia chiaro quale sarà effettivamente la versione definitiva finchè non si sarà riunito il Consiglio dei Diritti Umani.

Il gruppo di lavoro, presieduto da S.E. Christian Guillermet-Fernandez (Ambasciatore del Costa Rica) ha operato con svariate modalità che vanno dal dibattito formale ai negoziati informali e alle consultazioni. Il principale punto di conflitto, purtroppo non nuovo, si è incontrato sul riconoscimento o meno del diritto alla pace come un vero e proprio diritto suscettibile di essere protetto ed esercitato da tutti gli individui. In particolare, le delegazioni degli Stati Uniti, Australia, Sud Africa, Unione Europea, Canada, Repubblica di Corea e Regno Unito si sono dette contrarie al suo riconoscimento, mentre tutti gli altri Stati presenti si sono schierati a favore, guidati dalle delegazioni di Tunisia, Iran, Russia, Brasile, Cuba, India, ed Uruguay.
Durante la sessione del martedi mattina, IIMA e VIDES sono intervenute per richiamare l’attenzione su un aspetto particolarmente rilevante del diritto alla pace, quale l’educazione alla pace, e il ruolo dei giovani come attori di cambiamento positivo per la società. Le sfide globali affrontate dai giovani sono state inequivocabilmente riconosciute dalla comunità internazionale. Per affrontare queste ultime, IIMA e VIDES si rivolgono al Gruppo di Lavoro, suggerendo di concentrarsi anche sui diritti dei giovani e di porli in cima alla lista delle priorità, in quanto protagonisti e non meri destinatari di azioni e misure governative. L’intervento è stato sostenuto dallo United Network of Young Peacebuilders (UNOY). Come risultato, il termine “educazione”, proposto da Cuba e sostenuto dal Brasile, è stata incluso in due paragrafi del Preambolo del documento finale.