Zimbabwe – 51a sessione della commissione per l’eliminazione della discriminazione contro le donne

Il 21 febbraio 2012, il Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne ha esaminato il secondo, terzo, quarto e quinto rapporto congiunto dello Zimbabwe, relativi all’implementazione delle disposizioni contenute nella Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.

Presentando i rapporti, Olivia Muchena (Ministro per le questioni femminili, di genere e lo sviluppo) ha dichiarato che lo Zimbabwe ha avviato un processo di revisione costituzionale nel 2009 al fine di assicurare la piena cittadinanza alle donne ed l’effettiva parità di genere. Nell’aprile 2009, si è tenuta una consultazione per raccogliere le opinioni delle donne sulla nuova costituzione  che è ancora in stato di revisione. Lo Zimbabwe dovrà probabilmente affrontare delle sfide importanti nella riformulazione della propria legislazione e delle proprie politiche interne. Tuttavia, riportiamo alcuni dei risultati raggiunti finora.
Al fine di facilitare l’accesso delle donne alla giustizia, è stato istituito un programma di alfabetizzazione giuridica, che divulga informazioni rilevanti in forma semplificata. Il governo, inoltre, intende tradurre i pamphlets contenenti tali informazioni nelle lingue locali. Inoltre, lo Zimbabwe sta lavorando ad una serie di politiche di gestione economica, in modo da attuare strategie economiche sensibili alle questioni di genere. Per aiutare  le vittime delle violenze basate sul genere, lo Zimbabwe ha creato il modello “one stop center”, grazie al quale tutti i servizi sono riuniti in un’unica sede, assicurando un legame tra comunità locali e servizi provinciali  esistenti e dunque un più facile accesso alle cure mediche, al sostegno psicologico e all’assistenza giuridica. Nel 2010, lo Zimbabwe ha lanciato una campagna contro la violenza di genere basata su quattro concetti chiave: prevenzione, protezione, partecipazione e programmi. In quest’ottica, si stanno promuovendo servizi per la salute riproduttiva, al fine di ridurre il tasso di mortalità materna. D’altro canto, sono stati concepiti partenariati con il settore privato per garantire che le donne siano attivamente impiegate in settori economici come quello minerario, manifatturiero, agricolo o turistico.
Tuttavia il compimento di ulteriori progressi é ostacolato dal persistere di alcuni fattori, tra cui la scarsità di risorse economiche e la mancanza di coordinazione. Durante la discussione, gli esperti hanno sollevato una serie di questioni circa i tassi d’iscrizione e di abbandono alla scuola secondaria, la violenza sessuale nelle scuole, l’abolizione della pratica tradizionale della lobola, il traffico di esseri umani, le gravidanze precoci, i tassi di mortalità materna, la riforma agraria e l’accesso delle donne alla proprietà della terra, il lavoro minorile, la formazione di giudici e ufficiali di polizia. Nelle sue considerazioni conclusive, Olivia Muchena ha dichiarato che in Zimbabwe la parità di genere è oggetto di vivace dibattito, e ha ribadito l’impegno del governo nell’affrontare i punti sollevati dagli esperti allo scopo di far avanzare ulteriormente la promozione e la tutela dei diritti delle donne nel paese.